DAZI: L'EUROPA PIEGA LA TESTA ALLO STRAPOTERE USA
L’Europa china la testa per l’ennesima volta davanti alla prepotenza trumpiana. Resi pubblici in queste ore gli estremi dell’accordo siglato tra Bruxelles e l’America di Trump che concede una tassazione del 15 % sui prodotti europei diretti al mercato statunitense che prima del suo avvento erano del 2%. A partire dal 1° settembre 2025, gli Stati Uniti si impegnano ad applicare solo la tariffa NPF , Nazione Più Favorita , ai seguenti prodotti: risorse naturali non disponibili, incluso il sughero, tutti gli aeromobili e le parti di aeromobili, i prodotti farmaceutici generici e i loro ingredienti e i precursori chimici. Per le automobili e i componenti correlati, l'applicazione del tetto scende dal 27% al 15% e scatterà parallelamente all'avvio da parte di Bruxelles delle riduzioni tariffarie sui prodotti americani. Stessa gabella del 15% anche per l’agroalimentare, il settore vino italiano sperava di spuntare l’esenzione ma le speranze sono sfumate. Si stimano danni per le imprese per 317 milioni l’anno. Al di là dei settori merceologici colpiti o esenti dalle tassazioni americane, ciò che maggiormente irrita è quanto costerà questo accordo non solo alle imprese ma anche a noi cittadini europei. Bruxelles ha accettato di impegnasi nei prossimi anni con ingenti acquisti di prodotti made in USA; gas , petrolio, per 750 miliardi in tre anni. Acquisteremo componentistica per computer per 40 miliardi, saremo obbligati a realizzare investimenti per 600 miliardi oltre all’acquisto di armi americane che già acquistiamo per sostenere l’Ucraina. Silenzio invece sul fronte tassazione colossi a stelle e strisce, anche del settore digitale, che da anni spadroneggiano esentasse sul suolo europeo.