VERSO IL PICCO DELL’INFLUENZA NEL TREVIGIANO
Abbiamo aperto la porta al 2025 e ad approfittare dello spiraglio per entrare è stata anche, come di consueto, l’influenza. Rispetto al passato, tuttavia, i contagi si stanno presentando in ritardo e con più aggressività. Ne è prova Treviso e il suo territorio: se l’anno scorso il picco massimo si era già raggiunto ai primi di gennaio, ora invece siamo di fronte ad un andamento crescente dei casi, che però deve ancora arrivare al suo apice.
Il culmine dei contagi è atteso, infatti, per il 20 gennaio e successivamente ci si aspetta non meno di due settimane affinché la tendenza cali. Queste, almeno, sono le proiezioni dell’Ulss 2.
Gli ospedali del trevigiano contano, finora, circa 30 ricoveri al giorno dovuti a sindromi respiratorie imputabili al virus influenzale ma i medici affermano che si arriverà anche a 50-60 ricoveri giornalieri. A colpire così duramente è l’influenza australiana, un particolare ceppo virulento che si distingue proprio per aggressività e lunghezza del decorso. La variante australiana si presenta come patologia delle vie respiratorie e si manifesta inizialmente con una vampata di febbre alta, brividi, mal di testa e spossatezza; ad essere più esposti al contagio sono la fascia over 70 e chi ha patologie pregresse come diabete.
Treviso, nelle parole del Direttore dell’Ulss 2 Benazzi, è però pronta a difendersi dal virus, grazie alla riorganizzazione e al miglioramento dei reparti ospedalieri in seguito all’esplosione della crisi Covid.
Il consiglio rimane quello di vaccinarsi, invito che già il 40% dei cittadini ha accolto.