AUTONOMIA, REGIONI AL BRACCIO DI FERRO IN CONSULTA
Autonomia differenziata, è Roma adesso il centro del dibattito. Le opposizioni e Forza Italia vanno avanti, in ordine sparso, nella loro battaglia. "Porterà caos normativo e carico burocratico", avverte il senatore Antonio Misiani, responsabile economico del Pd. "Con l'autonomia differenziata salta la sanità pubblica e la scuola pubblica. Siamo impegnati in una battaglia e io sono molto fiducioso", attacca il governatore della Campania, Vincenzo De Luca. Ma anche in Forza Italia ci sono dei distinguo che aprono ulteriori spaccature in maggioranza: "Congelate gli effetti della legge in attesa che la riforma sia completa", dice il governatore forzista della Calabria, Roberto Occhiuto, "e, utilizzate il tempo per ragionare su ogni aspetto e per spiegare all'opinione pubblica cosa succederà e come". Parole che arrivano alla vigilia delle riunione, giovedì e venerdì, della conferenza Stato-Regioni convocata dal ministro Calderoli per cominciare ad analizzare e discutere i dossier ministeriali sulle 23 materie oggetto del contendere. Se da un lato scattano le interpretazioni, dall’altro comincia anche la battaglia giudiziaria che vedere contrapposte alcune regioni italiane.
Quelle guidate dal centrosinistra che hanno presentato i ricorsi alla Consulta contro il ddl Calderoli, ovvero Campania, Emilia, Toscana, Puglia e Sardegna, e dall'altra parte della barricata il Veneto, che ha deciso di presentare un contro-ricorso alla Corte Costituzionale contro le regioni che vogliono abrogare la legge sull'autonomia differenziata.
Alla riunione del 3 ottobre col Governo, il Veneto si presenterà con l'obiettivo di iniziare la discussione e il cronoprogramma delle riunioni successive, per intavolare le trattative per le prime nove materie - quelle non coperte dai LEP - per le quali la regione ha chiesto a luglio le rispettive competenze. Il Veneto è pronto, ha spiegato Zaia, a presentare un dossier materia per materia. A cominciare dal commercio con l'estero.