BACINI EVITANO IL PEGGIO, UN DISPERSO NEL PIAVE
Anche questa volta i bacini di laminazione sono stati l’elemento di forza del sistema di prevenzione Veneto. Alle 17 di ieri sono stati aperti i bacini di Muson dei Sassi, la cui quota di sfioro è stata abbassata preventivamente per salvare Castelfranco, e Montebello. Poco prima delle 18 sono stati aperti in successione il bacino sull’Orolo e quello di Caldogno che ha salvato Vicenza dalla piena del Bacchiglione. Il fiume si è infatti fermato a quota 5,25 metri alle 21.50 a Ponte degli Angeli e alle 22 ha iniziato a calare. Lungo il Retrone i vigili del fuoco sono all’opera da questa mattina per rimuovere tre alberi ad alto fusto sradicati e finiti di traverso lungo il corso d’acqua, probabilmente a causa della piena del fiume per il maltempo. Nella provincia berica ad essere sottoposte a stress maggiore sono state il bassanese e la zona dell’Alto vicentino con Malo, Monte di Malo e Isola Vicentina colpiti da allagamenti e smottamenti con isolamento di tre nuclei familiari.
Sono invece ore di apprensione a Fossalta di Piave nel veneziano, dove un operatore è caduto in acqua in fase di chiusura di un ponte di barche ed è disperso nel fiume Piave. Il 78enne era a bordo di una delle imbarcazioni della ditta che stavano completando l’operazione, quando è scivolato ed è caduto in acqua. Subito si sono attivate le ricerche. Neppure l’elicottero dei pompieri è riuscito ad individuare l’anziano tra le acque agitatissime del Piave.
Da domani il Veneto sarà interessato da un’altra perturbazione. Lo stato è di preallarme per criticità idraulica arancione tra veronese e rodigino per il transito della piena dell’Adige.