CAOS AUTOVELOX NON OMOLOGATI: SERVE PIÙ CHIAREZZA
Degli Autovelox non omologati si continua a discutere e nell’ultimo anno sono diventati un caso di Stato. Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha dapprima definito le modalità di collocazione degli apparecchi con un decreto che risale all’aprile 2024, poi ha definito nuovi parametri, entrati in vigore nel giugno 2025, con regole più stringenti che impongono distanze minime tra le postazioni, l’obbligo di parere del Prefetto per ogni installazione e soprattutto il requisito inderogabile dell’omologazione degli apparecchi. Il decreto però non risolve il problema alla radice: ovvero le verifiche di funzionalità e di taratura dei dispositivi oltre all’omologazione per la quale mancano i decreti attuativi. Un vuoto normativo e una riforma zoppa che hanno dato il via ad un conflitto di interpretazione costante in cui più volte la Cassazione si è espressa a favore degli automobilisti e ad una miriade di contenziosi e ricorsi che non accennano a diminuire.
Qual è dunque la situazione oggi? Nessun governo, dal 1992 a oggi, ha mai emanato il decreto attuativo necessario a disciplinare in modo definitivo le modalità di omologazione tecnica degli strumenti di rilevazione automatica. Il risultato è che tutt’oggi nessun autovelox in circolazione è formalmente omologato, sebbene molti siano stati approvati dal Ministero. In Veneto sono 150 i dispositivi: la provincia che ne conta di più è quella di Rovigo seguita da Vicenza.
Il Ministero annuncia un nuovo portale che dovrebbe essere pronto in ottobre per procedere con una verifica e un vero e proprio censimento degli autovelox italiani con l’obiettivo di mappare tutti i dispositivi attivi e verificare che rispondano a finalità di sicurezza, verso -si spera- una sempre maggiore chiarezza. In assenza di questa registrazione l’utilizzo del dispositivo è considerato illegittimo e le sanzioni elevate possono essere contestate con successo dagli automobilisti.