EDILIZIA, SCATTA LA PATENTE A PUNTI. MA SARÀ UTILE?
Da martedì primo ottobre, in tutta Italia è scattato l'obbligo, per operare nei cantieri edili, di attivarsi con la nuova patente a crediti, lo strumento introdotto dal governo nel decreto PNRR per provare a garantire maggiore sicurezza nell'edilizia.
La patente a crediti è stata pensata per portare maggior trasparenza nelle imprese che operano nei cantieri: per ottenere il via libera ad operare, le aziende e i lavoratori autonomi dovranno dimostrare di essere in possesso dell’iscrizione alla Camera di commercio, di aver adempiuto agli obblighi formativi previsti, e di essere in regola con la contributiva, la valutazione dei rischi e tutta un'altra serie di adempimenti che dovrebbero - condizionale d'obbligo - garantire che a lavorare siano persone qualificate, formate e in regola con gli obblighi previsti dalla legge. La patente, infatti, potrà essere sospesa fino a 12 mesi, nel caso di infortuni gravi o mortali: si parte con 30 crediti di base, e come per la patente di guida, nel tempo si può incorrere in aggiunte di punti o in decurtazioni. Al di sotto dei 15 punti, l'attività non potrà essere proseguita.
In Veneto, sono più di 66 mila le imprese edili chiamate a registrarsi nel portale dell'Ispettorato del Lavoro per ottenere la patente a crediti, e quindi imprese ma anche lavoratori autonomi. Un provvedimento che però piace poco: la Pubblica Amministrazione scarica sulle imprese - sostiene la CGIA di Mestre - l'onere dei controlli che dovrebbe essere lei stessa a operare. E lo fa, oltretutto, chiedendo una mole di carte bollate di cui è già in possesso, allargando ulteriormente le difficoltà per chi opera nel settore.