GRANDI DIMISSIONI NELLA SANITÀ IN TUTTO IL VENETO
Di camici bianchi ce ne sono sempre meno, è forse necessario iniziare a parlare di mosche bianche?
Sono sempre di più i professionisti che decidono di lasciare il loro lavoro nelle aziende sociosanitarie venete. Secondo l’ultimo rapporto sono poco più di 8 mila i medici e gli infermieri che, tra 2019 e 2024, hanno preso la decisione di dimettersi. Alcuni hanno preferito accasarsi in altri ospedali e ambulatori, altri hanno cambiato occupazione. Fatto sta che l’incidenza di questi numeri è pari al 36% dell’attuale organico per i medici e del 19% per gli infermieri.
Le cause di questo esodo di massa anche conosciuto come “big quit”, una tendenza che ha preso piede a partire dall’epidemia Covid, sono da ricercare nell’insoddisfazione, nell’eccessivo carico di lavoro, nel poco tempo da dedicare alla vita privata ed infine, nell’insufficiente retribuzione economica. È in particolare il trattamento economico riservato ai professionisti della sanità che contribuisce ad abbassare l’efficienza professionale dei medici, già peraltro responsabili della salute dei pazienti, ed è lesivo nei confronti della loro dignità professionale.
Tutti fattori che rendono problematica la ricerca di nuovo personale medico, anche se l’assessore regionale alla sanità Manuela Lanzarin afferma che le recenti defezioni sono compensate dalle assunzioni fatte dal 2019 in avanti.
Ma se il numero degli infermieri ha fatto registrare un aumento di 1800 assunti, pari all’otto percento in più del 2019, il totale dei medici è calato del 2% rispetto allo stesso periodo, con indiscriminate perdite di organico in tutte le province.