notizie / 02/10/2024 10:15

PIÙ OBIETTORI E MENO CONSULTORI: DOV'È IL DIRITTO?

In Italia il diritto all’aborto esiste ed è regolamentato dalla legge 194 del 1978. Ma in veneto, lo dicono i numeri – allarmanti – presentati a Venezia dai consiglieri di opposizione a Palazzo Ferro Fini, abortire è molto più complicato che in altre regioni italiane.

Più del 66% dei ginecologi veneti si dichiara infatti obiettore di coscienza: ciò significa che una donna che richieda l’interruzione volontaria di gravidanza, in due casi su tre si troverà di fronte uno specialista che per convinzioni etiche non la pratica. Un fenomeno che in regione assume contorni ancora più pesanti, in alcuni particolari territori: nella provincia di Venezia, è questo il dato più eclatante, il numero dei ginecologi obiettori raggiunge più dell’86% del totale. Ogni dieci specialisti, nell’ULSS 3 non ce ne sono nemmeno due, favorevoli all’aborto.

Il numero dei consultori così si è assottigliato, anno dopo anno, dai 232 del 2017 ai 171 del 2023: a Padova erano 65, e oggi sono rimasti solo 44; a Treviso erano 31 e sono diventati appena 17. Hai voglia, con queste situazioni, a parlare di diritti delle donne.

La crisi dei consultori è un problema serio, perché sono proprio questi i luoghi che raccolgono il maggior numero di interruzioni volontarie di gravidanza: nel 2022, da qui proveniva il 46,5% del totale dei casi registrati in regione, contro il 32% dai medici di fiducia, o il 19% dei servizi ostetrico-ginecologici. Il problema, in questo caso, è nazionale: non solo i consultori non funzionano, sono sempre di meno e anche se ci sono moltissime donne non sono al corrente di cosa siano né di quali servizi possano offrire. Dall’altro lato della barricata, non c’è nemmeno un servizio di sostegno statale degno di questo nome, alle future mamme che un figlio lo potrebbero pure tenere, ma non hanno le finanze per sostenerlo: in Germania il sostegno alle famiglie è capillare, il supporto economico e di welfare permette di crescere un figlio con l’aiuto del Governo. Qui, in Italia, non solo lo Stato è pressoché assente, ma per le donne sono sempre meno le strutture e il personale che garantiscono un diritto sancito dalla legge, quello sull’aborto. E chiudiamo con un ultimo dettaglio: in Veneto esiste persino una legge regionale, la 18 del 2010, che obbliga le donne a seppellire i feti, anche contro la loro volontà. Su questo tema, le opposizioni hanno presentato una richiesta di emendamento che però, nonostante sia stato assegnato alla Quinta Commissione, ad oggi non è nemmeno partito con l’esame del testo.

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