TRENI IN TILT: LO SLALOM TRA LE PRIORITÀ DI SALVINI
Ci sono volute ore e ore di attesa, nel mercoledì nero delle ferrovie nazionali, per avere uno straccio di motivazione dal ministro Salvini e dai vertici di FS di quanto accaduto. Dalle 6.30 del mattino, la circolazione in tutta Italia è andata in tilt per un guasto tra le stazioni di Roma, Termini e Tiburtina, causando ritardi pesantissimi su tutte le tratte nazionali. Eppure il ministro per le infrastrutture, attivissimo sui social e prodigo di dichiarazioni sui più disparati argomenti, ci ha messo un bel po' di tempo per riordinare le idee e spiegare quanto accaduto. «Qualcuno alle tre di notte ha piantato male un chiodo, generando questo disastro», è stata la spiegazione che infine il ministro ha abbozzato al termine di una giornata da dimenticare per tutti i viaggiatori. Nel mentre, però, aveva avuto il tempo di riferire al Parlamento sui più disparati argomenti, come per esempio sulla diga del Vanoi tra Veneto e Trentino per la quale, ha precisato, il Ministero non ha ricevuto alcun progetto. Ma anche sulla festa dei nonni, adeguatamente ricordata con i post sui suoi profili social. Ha avuto persino un pensiero, in occasione della festa dell'ordine degli ingegneri, di citare quello dei giornalisti invitando i presenti ad aprire un dibattito sulla sua utilità. Quanto al disastro dei trasporti, che il suo ministero dovrebbe gestire, l’intervento è arrivato solo nel tardo pomeriggio, quando la circolazione era progressivamente tornata regolare. Dopo che più di cento treni cancellati, compresi frecce, Eurostar e Intercity, avevano spezzato l'Italia in due, e gli schermi della stazione Termini rimanevano spenti e senza indicazioni per turisti e viaggiatori accampati sui binari.
E allora qualche domanda ce la facciamo anche noi, sperando che possa essere colta da chi di dovere. Possibile davvero, che un chiodo mandi in tilt l'Italia senza che nessuno capisca in fretta come risolvere il problema? Possibile che il ministro abbia tutto il tempo di pensare alle faccende più disparate, dimenticandosi di spiegare al paese cosa sta accadendo? Alla fine, è forse tutta una questione di priorità. Come quella di costruire un ponte che costa miliardi tra due regioni in cui i trasporti, da un capo e dell'altro dello stesso ponte, rimarranno un colabrodo. Se un giorno quel ponte ci sarà davvero, e ci si renderà conto della situazione ai due capi, state pur certi che la risposta sarà la stessa: in Italia è sempre colpa di tutti, tranne di chi ne gestisce le infrastrutture.