BONIFICHE A PORTO MARGHERA: “ORA ACCELERARE”
A Porto Marghera le bonifiche ambientali restano al palo: a oltre 25 anni dall’istituzione del SIN, il Sito di Interesse Nazionale, solo il 21% del suolo e un esiguo 0,1% della falda sono stati risanati. Un ritardo che pesa sull’ambiente, sulla salute e sullo sviluppo economico della zona.
A Venezia, un flash mob organizzato da ACLI, Legambiente, Libera e altre associazioni ha lanciato un appello alla Regione Veneto e al Governo per accelerare i lavori di bonifica. Durante l’evento, una simbolica “sentenza di condanna” ha puntato il dito contro chi ha inquinato l’area per trarne profitto.
Secondo i dati diffusi, la lentezza del risanamento è dovuta a burocrazia e mancanza di fondi. Su 1.618 ettari di terreno contaminato, solo 339 sono stati bonificati, mentre nelle aree private l’intervento ha riguardato appena il 5%, spesso con scopi produttivi. Le associazioni denunciano inoltre che alcune aree altamente inquinate, come i canali portuali, sono state escluse dai controlli ambientali.
Al flash mob è intervenuto anche l’Assessore regionale allo sviluppo economico Roberto Marcato.
Le associazioni, infine, hanno stilato otto proposte contenute nel “Patto di comunità per l’Ecogiustizia”. Tra le priorità, il finanziamento delle opere di sicurezza, l’introduzione di monitoraggi civici e un piano di riconversione industriale basato sull’economia verde, per creare occupazione e rilanciare il territorio.