BORASO: “SÌ, HO FATTO PRESSIONI SUI TECNICI”
Sì, ho preso denaro dagli imprenditori, ma l’ho fatto in qualità di consulente immobiliare, sottovalutando che il mio incarico pubblico mi avrebbe potuto mettere in una posizione scomoda.
Ho utilizzato la mia figura di assessore per influenzare i tecnici ma l’ho fatto per seguire pratiche che mi stavano a cuore, non per indurli a prendere posizioni contrarie alla legge.
Parole pronunciate lo scorso 15 settembre dall’ex assessore veneziano ai Trasporti Renato Boraso, a distanza di due mesi dall’arresto per corruzione, nel corso del primo di cinque interrogatori davanti ai pm.
Pm che gli contestano 750 mila euro di tangenti. Lui, che però la corruzione non la ammette mai, si scusa e si dice pronto a risarcire.
A giudizio immediato, insieme a Boraso, ci sono altri tre imprenditori. Gli avvocati di ciascuno hanno ancora una settimana di tempo per chiedere in alternativa il patteggiamento o il rito abbreviato.
E’ il filone principale dell’inchiesta Palude che vede indagato anche il Sindaco Luigi Brugnaro, al momento indagato per concorso in corruzione in attesa della chiusura delle indagini preliminari.
Una posizione scomoda quella di Brugnaro, che più di mille cittadini e cittadine veneziane ritengono non più adeguato a mantenere la carica di Sindaco. Sono 1278, per la precisione, i firmatari di una petizione che chiede al Consiglio comunale di esprimersi sulla richiesta di dimissioni al Primo Cittadino.
Una richiesta appoggiata dalla forze di opposizione a Ca’Farsetti.