MOSE: CENTO SOLLEVAMENTI E UN FUTURO INCERTO
Il Mose si è sollevato per la centesima volta.
La cifra tonda è scattata nella giornata di mercoledì, quando alle 8.07 del mattino è iniziato l’innalzamento delle paratoie alle bocche di porto del Lido e di Chioggia, non a quella di Malamocco per non bloccare il passaggio delle navi da e verso l’Adriatico.
Il sollevamento è scattato, come da protocollo, una volta raggiunta la marea di 100 centimetri. Nelle due ore in cui è rimasto in funzione, il Mose ha permesso di bloccare il livello di marea a Venezia a quota 88 centimetri, proteggendo anche le parti più basse della città.
Ulteriori innalzamenti sono in programma anche nei prossimi giorni, ma è inevitabile che il traguardo-simbolo dei 100 sollevamenti dal 3 ottobre 2020, la data della prima, storica, alzata, imponga delle riflessioni sulla maxi opera ideata per salvare Venezia dall’acqua alta.
Un’opera nata tra le polemiche, segnata dallo scandalo tangenti scoppiato nel 2014 con l’arresto di 35 persone tra cui l’allora Sindaco di Venezia Orsoni e l’ex Presidente della Regione Galan, e costata 7 miliardi di euro. A cui aggiungere i 200 mila euro necessari per ogni sollevamento: operazioni non totalmente automatizzate che richiedono la presenza di circa 60 operai.
I conti, allora, sono presto fatti: in questi quattro anni e mezzo sollevare il Mose è costato 20 milioni di euro.
E poi c’è il nodo manutenzioni: secondo le ultime stime ciascuna delle 78 paratoie costerà 3 milioni di euro, tanto che Fincantieri, che nel 2022 si era aggiudicata la gara per la sistemazione delle 21 della schiera di Treporti, ha presentato il conto di 17 milioni solo per le sei che fino ad ora sono state prese in consegna.
Per questo il conto della manutenzione è destinato a salire fino ad oltre 100 milioni all’anno.
A 22 anni dalla posa della prima pietra, nel maggio 2003, l’opera ancora non è stata collaudata. E non lo sarà mai, sottolineano alcuni ingegneri esperti di opere off shore, visto che, dicono, manchi un progetto certificato sul comportamento delle paratoie.
E poi le incognite future: come fare quando l’innalzamento del livello del mare imporrà sollevamenti quasi quotidiani? Quanto costerà in termini di funzionamento, usura, mancati incassi per il Porto causa stop del passaggio delle navi?
Fino ad ora, comunque, il Mose il suo dovere l’ha fatto, e acque alte come quella del novembre 2019 non le abbiamo più viste. E, stando ai dati del Ministero dei Trasporti, ha evitato più di due miliardi e mezzo di danni.
Ma l’opera sarà in grado di proteggere Venezia anche in futuro?