MOUSSA, IL COLPO MORTALE DA MEZZO METRO DI DISTANZA
VERONA - A otto mesi di distanza dalla mattina del 24 ottobre quando un agente della polfer ha sparato colpendo a morte il 26enne Moussa Diarra originario del Mali, i periti balistici incaricati dal Tribunale, i legali delle parti e il pubblico ministero sono tornati sul piazzale della stazione Verona Porta Nuova per ricostruire la dinamica di quanto accaduto.
Tre comparse si sono mosse nella scena del delitto come si mossero il giovane e i due agenti, uno dei quali è indagato per eccesso colposo di legittima difesa.
5 fasi di quel momento sono stati ricostruiti tenendo conto dei filmati immortalati dalle telecamere di videosorveglianza presenti nel piazzale, immagini analizzate dalla scientifica di Padova, ma che non sarebbero nitide.
Tra Moussa e l’agente c’era mezzo metro di distanza quando il terzo proiettile raggiunse il cuore del giovane. Gli altri due colpi esplosi ad altezza uomo trapassarono il cappuccio del ragazzo, uno si conficcò nella vetrata dell’ascensore del parcheggio sotterraneo.
Sulla base dell’esito di quest’ultimo accertamento tecnico, il pubblico ministero Maria Diletta Schiaffino potrebbe chiudere le indagini preliminari entro ottobre.