FIRENZE, IL RACCONTO: "UN BOATO, SIAMO SCAPPATI"
"Come vuoi che stia? Sto male, per forza". A dirlo è uno degli operai che si trovavano nel cantiere per la costruzione del nuovo Esselunga a Firenze al momento della tragedia. Vent’anni, di nazionalità tunisina, ha assistito al crollo del pilone. E conferma quanto emerso nei giorni scorsi: il crollo è avvenuto proprio nel momento in cui si stava gettando il cemento.
Il tonfo, il boato e poi il caos. Una vera e propria deflagrazione che ha travolto gli operai che stavano lavorando nel cantiere. E così tutti sono subito fuggiti, cercando di allontanarsi più possibile da quello che era diventato un vero e proprio inferno.
Nelle scorse ore è stato ritrovato anche il corpo dell’unico operaio che ancora mancava all’appello. E’ stato trovato dopo cento ore di lavoro da parte dei Vigili del Fuoco: giorno e notte, senza sosta nell’area del cantiere. Il bilancio, allora, racconta di cinque lavoratori morti e tre feriti. Alcuni dei quali erano impiegati lì solo da pochi giorni.
Altre cinque vite spezzate mentre si trovavano al lavoro, altre morti bianche che rendono sempre più gravi i numeri di questa piaga ancora troppo presente nel nostro paese.