NUOVO FOCOLAIO IN SIRIA, AL VIA I NEGOZIATI A DOHA
A seguito del successo dei negoziati al Cairo e dell’adozione del piano egiziano per Gaza da parte dell’Organizzazione per la cooperazione islamica, sembra che le trattative per la fase due del cessate il fuoco possano finalmente vedere la luce.
L’ufficio del premier Netanyahu ha infatti comunicato l’invio di una delegazione israeliana a Doha, previsto per oggi.
Anche l’inviato speciale statunitense per il Medio Oriente Steve Witkoff, presenzierà nella capitale qatariota per le trattative.
Nel frattempo, sembra che Hamas abbia accettato di rilasciare alcuni ostaggi vivi in cambio di un’estensione di 60 giorni della fase uno.
Continua inoltre la pressione sull’organizzazione fondamentalista da parte di Tel Aviv, che ha deciso di tagliare anche la fornitura di elettricità alla striscia, dopo aver già interrotto quelle di acqua, cibo e medicine. Una mossa che ha suscitato la risposta di Hamas, che la definisce “un disperato tentativo di fare pressione sul nostro popolo.
Le dichiarazioni del ministro delle Finanze Smotrich hanno generato sconforto ma non sorpresa: secondo lui la guerra a Gaza riprenderà a breve in modo “intenso”.
Nel mentre, in Siria è scoppiata una nuova crisi, dopo che giovedì scorso un gruppo armato ha sferrato un attacco contro le forze di sicurezza del governo ad interim guidato da Al Jolani, nella regione costiera di Latakia.
La risposta delle forze filo governative non si è fatta attendere, e ad oggi sono oltre 1.000 i morti, la maggior parte dei quali sono civili appartenenti alla branca sciita alawita, considerati fedeli al dittatore deposto Assad, ma anche alcuni cristiani.
Al Jolani ha affermato che il popolo siriano “può vivere assieme” e ha autorizzato la formazione di un’inchiesta “indipendente” ma in realtà filo governativa per far luce sulle responsabilità del massacro di civili.