TELEFONATA TRUMP-PUTIN: COSA SUCCEDE ORA?
Si conclude con una fumata grigia la lunga telefonata tra Donald Trump e Vladimir Putin di ieri pomeriggio. Il leader russo ha declinato la proposta dell’omologo americano per un cessate il fuoco totale lasciando così l’Ucraina a doversi accontentare di una tregua solo parziale che prevede lo stop agli attacchi verso infrastrutture energetiche.
Secondo quanto riferito dalla Casa Bianca, questo sarebbe solo il primo passo di un piano a più fasi verso una “pace durevole” nell’area. Le due superpotenze, nel corso della telefonata, hanno anche aperto ad un miglioramento dei rapporti bilaterali con nuovi accordi economici e geopolitici in vista. Oggetto di discussione non sono però stati gli aiuti destinati all’Ucraina, come confermato dal tycoon in un’intervista a Fox News.
Poco convinto delle intenzioni russe è Zelensky, che si è detto disponibile per un nuovo confronto con Trump.
Russia e Stati Uniti continuano a trattare alle spalle di Kiev. Un gioco delle parti in cui gli Stati Uniti paiono sempre più chiamarsi fuori dalla disputa.
Il progetto Trump allontana gli States dal conflitto ucraino traendo vantaggi utili quali la vendita di gas, benzina e armi agli europei.
Anche se Putin giungerà alla pace con Trump, la stessa pace non sarà automaticamente raggiunta con tutti gli altri attori.
L’unica soluzione pacifica possibile sembra quella discussa sulla base dei trattati alle Nazioni Unite, fondate da Roosevelt e messe da parte da Bush. Unico mezzo per raggiungere una pace totale e non solo parziale.
Se sul tavolo della diplomazia qualche movimento pare esserci, sui campi di battaglia la guerra continua invece senza sosta. Le truppe ucraine sono impegnate nella difesa ormai disperata del Kursk, area ormai da tempo di appartenenza russa secondo Putin. I russi invece, nella notte hanno compiuto un nuovo attacco aereo verso diverse zone dell’Ucraina. Ad essere colpite anche infrastrutture civili, tra cui due ospedali colpiti nella zona di Sumy, nel sud-est del Paese.
In queste trattative sono in gioco gli interessi degli Stati Uniti che pesano a sua volta sui Paesi coinvolti anche indirettamente nel conflitto. C’è bisogno di pace affinché questa guerra non ricada sulle spalle delle prossime generazioni.