LAVORO NERO, PIOGGIA DI MULTE NEL TREVIGIANO
La piaga del lavoro nero continua a circolare nel territorio veneto, incurante di alcun confine.
Nel corso di un’operazione condotta dal Nucleo ispettorato del lavoro (Nil) dei carabinieri di Treviso infatti, sono state pizzicate ben 12 aziende colpevoli di adottare pratiche irregolari.
Per 4 di queste è scattata la sospensione temporanea dell’attività imprenditoriale.
Vari i settori coinvolti, a testimonianza del fatto che il fenomeno del lavoro nero sia più trasversale di quello che si pensi. Tra le attività sanzionate, un agenzia di pompe funebri, rea di aver impiegato un necroforo sprovvisto di regolare contratto e assicurazione.
Numerose poi le sanzioni spiccate nel reparto agricolo. Nella provincia trevigiana sono stati individuati sei extracomunitari, addetti alla viticoltura, impiegati irregolarmente a Maserada di Piave. Altri tre, di cui due irregolari sul territorio italiano, sono stati colti in flagrante a Fontanelle. Ad entrambe le aziende è stata sospesa l’attività imprenditoriale fino alla definitiva regolarizzazione dei dipendenti.
I controlli dell’Arma hanno poi interessato anche il comparto edilizio. Le sanzioni hanno raggiunto numerose attività, dislocate in tutta la provincia, tacciate di numerose violazioni sulla sicurezza tra cui la mancata formazione in materia e l’ omessa sorveglianza sanitaria dei lavoratori.
L’operazione ha permesso di verificare la documentazione di 37 lavoratori, 10 dei quali in nero.
In totale, la somma di sanzioni ed ammende contestate ha raggiunto la cifra di 130 mila euro.