PIANTEDOSI SPIAZZA TUTTI: "URNE POSSIBILI NEL 2026"
La visita in Veneto del ministro Matteo Piantedosi riapre nella politica regionale un dibattito che cova sotto le braci, e con esso polemiche mai sopite. La domanda è semplice: quando si terranno le prossime elezioni regionali in Veneto? La risposta, al contrario, è tutt’altro che scontata.
In punta di diritto, le elezioni dovrebbero tenersi nel prossimo autunno, momento di naturale scadenza del mandato quinquennale: si era andati a votare nell’ottobre del 2020, in ritardo di alcuni mesi perché nella precedente primavera era scoppiata la pandemia di covid. Lo sanno ormai anche i muyri, però, che il presidente Luca Zaia e la Lega farebbero carte false per prolungare la legislatura fino alla primavera del prossimo anno, e tornare al voto a giugno. E questo per almeno tre motivi.
Uno: dare a Zaia la possibilità di vivere le olimpiadi invernali del prossimo anno da presidente ancora in carica.
Due: avere più tempo per dirimere la questione sul candidato di centrodestra che a tutt’ora risulta ancora aperta, ossia se candidare leghista o un meloniano.
Tre: permettere alla Lega di lavorare per sei mesi in più ai fianchi della premier per il terzo mandato. Ottenuto quello, le porte per la ricandidatura di Zaia sarebbero spalancate.
La questione è spinosa: la legge regionale dice che le elezioni vanno fatte in primavera, ma la fattibilità di spostarle di sei mesi in sei mesi a piacimento del governatore in carica è un altro paio di maniche.- Eppure anche Piantedosi, proprio a Venezia, si è detto possibilista.
Musica, per le orecchie di Zaia e del Carroccio, sono state le parole del ministro dell’Interno. Dall’opposizione, invece, un coro di critiche. “Le parole di Piantedosi vanno in direzione opposta rispetto alla Costituzione: la durata della legislatura non è nelle mani del Presidente di Regione”, ha detto capogruppo dem, Vanessa Camani. Per il consigliere Lorenzoni, invece, "il centrodestra spinge per un rinvio delle consultazioni per provare a sistemare conflitti interni sempre più evidenti. I veneti hanno il diritto di far sentire la loro voce nei tempi previsti dalla legge".