IL TURISMO BARBARO CONTINUA AD INVADERE VENEZIA
L’ondata d’inciviltà da tempo colpisce Venezia. Né la pioggia né il forte vento dei giorni scorsi hanno scoraggiato l’ennesimo turista straniero dal farsi un bagno nel Canal Grande. Un gesto irrispettoso per la città storica, che viene scambiata per una località balneare, e pericoloso poiché in quel momento il canale era molto affollato con gondole, taxi e vaporetti di passaggio.
Dopo la nuotata, il turista, ripreso al cellulare da alcuni passanti, si è liberato della muta che indossava e si è allontanato indisturbato per le calli. La polizia ha visionato i filmati delle telecamere presenti in zona e cercato di ripercorrere il percorso dell’uomo, fuggito in direzione San Silvestro.
Un episodio di certo non isolato per Venezia, e che arriva giusto qualche giorno dopo rispetto a quello verificatosi di fronte alla chiesa di San Simeon Piccolo dove una cinquantenne tedesca ha fatto un bagno in canale. Un gesto che le è costato una multa e un ordine di allontanamento dalla città d’acqua.
A Un anno fa risale l’arrivo a Venezia del primo codice deontologico per gli operatori del turismo lanciato da Confcommercio. Una misura utile per contrastare il turismo cafone che comprende buone regole di comportamento per i turisti. Tenere la destra sulle calli, evitare di sostare sui ponti e non fare il bagno nei canali sono solo alcune delle regole previste.
Il presente dimostra però che molte di queste norme non vengono affatto seguite e il patrimonio artistico e culturale di Venezia rischia sempre di più di essere danneggiato da un turismo eccessivo e di bassa qualità. Una città sempre più a misura di turista e sempre meno per residenti che infatti preferiscono spesso spostarsi altrove.