BANCAROTTA CHIEVO: RINVIO A GIUDIZIO PER CAMPEDELLI
VERONA - La Procura della repubblica di Verona ha chiesto il rinvio a giudizio per bancarotta fraudolenta nei confronti di Luca Campedelli, ex presidente del Chievo Verona, attualmente in procedura di fallimento.
Le indagini, condotte dalla Guardia di Finanza, hanno portato alla scoperta di "un meccanismo fraudolento per mezzo del quale l'amministratore avrebbe sistematicamente rappresentato una situazione economica di apparente benessere del Chievo Verona, per dissimulare il dissesto e l'erosione del patrimonio della società, e per poter iscrivere la squadra al campionato di calcio.
Al centro delle indagini ci sono anche le fittizie cessioni di calciatori alle squadre del Cesena e del Carpi, effettuate a prezzi "non conformi" rispetto all'effettivo valore di mercato. I giocatori, in realtà, sarebbero stati venduti senza mai spostarsi da una squadra all'altra, permettendo cosi la registrazione a bilancio del Chievo di plusvalenze, per oltre 35 milioni di euro. Tra gli altri reati contestati le distrazioni dalle casse del Chievo Verona di oltre 200mila euro da parte di Campedelli per scopi estranei alle finalità d'impresa.
Il Chievo Verona, nata come piccola realtà di quartiere, ha vissuto i suoi anni d’oro ad inizio secolo, raggiungendo la promozione in Serie A nel 2001. Nel 2019 iniziò la vicenda giudiziaria che due anni dopo, portò al fallimento e all’esclusione dal calcio professionistico. Parallelamente, l’ex bandiera e capitano Sergio Pellissier tentò di rifondare il club, dando il via ad una lunga battaglia legale proprio contro Campedelli. Pellissier, alla fine, rinominò la società Clivense e ripartì dalla Terza Categoria. Lo scorso maggio, però, l’ex attaccante è riuscito a riappropriarsi del marchio e a ripartire così dalla Serie D