CRAC POPOLARE VICENZA, PENA RIDOTTA PER L’EX DG
Pena ridotta per Samuele Sorato, ex Direttore generale della Banca Popolare di Vicenza.
La terza sezione penale della Corte d'Appello di Venezia ha condannato il manager a tre anni e 8 mesi di reclusione. L'accusa aveva chiesto 5 anni e 5 mesi.
In primo grado il Tribunale di Vicenza lo aveva condannato a 7 anni di carcere. Sorato era l'unico imputato in questo secondo filone del processo per il crac della banca vicentina.
Il filone principale, quello che vede imputato l’ex Presidente Gianni Zonin, attende la pronuncia della Cassazione. In appello Zonin si era visto ridurre la pena a 3 anni e 11 mesi dopo la condanna in primo grado a sei anni e sei mesi.
Un processo destinato a concludersi in primavera, dopo che poche settimane fa la Corte Costituzionale aveva dichiarato illegittima la maxi-confisca di 963 milioni di euro disposta dal Tribunale di Vicenza e poi revocata dalla Corte d’Appello di Venezia nei confronti di Zonin e degli altri manager, ritenendola sproporzionata rispetto alle loro capacità economiche.
Una cifra che il Tribunale berico aveva ritenuto corrispondente alle somme di denaro utilizzate per commettere i reati di aggiotaggio e di ostacolo alla vigilanza della Banca d’Italia e della Bce.
Quello della Banca Popolare di Vicenza è stato uno dei maggiori scandali finanziari della storia del nostro paese. Cattiva gestione, operazioni rischiose e l’emissione di obbligazioni subordinate senza adeguata informazione agli investitori hanno portato al fallimento dell’istituto di credito, con migliaia di clienti che hanno perso tutti i loro risparmi.
Un inganno premeditato che ha letteralmente ridotto sul lastrico imprenditori, famiglie, semplici correntisti. Circa 118 mila persone hanno finito per trovarsi senza niente e ancora oggi attendono giustizia.