ISRAELE RESPINGE GLI AIUTI UMANITARI DIRETTI A GAZA
A Gaza chi vuole portare aiuto viene bloccato. È questo il destino a cui sono andati incontro gli attivisti della Madleen, l’imbarcazione che trasportava cibo e altri beni essenziali verso la Striscia di Gaza. Una sorte che rischia di avere anche il convoglio di autobus e auto private partito lunedì da Tunisi e diretto al valico di Rafah. La crisi umanitaria a Gaza rimane così ben lontana dalla sua conclusione.
Tra i 12 attivisti che hanno provato a sbarcare via mare in Medio Oriente c’era anche la svedese Greta Thunberg. L’imbarcazione su cui viaggiava è stata però fermata dalle autorità israeliane a diverse miglia dalla costa e le persone a bordo portate all’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv per procedere al rimpatrio.
Nella Striscia la situazione rimane tragica. Nelle scorse ore la Protezione Civile ha annunciato che in seguito al fuoco israeliano vicino a un centro per gli aiuti umanitari a Netzarim sono state uccise almeno 31 persone e decine sono rimaste ferite. Un episodio non nuovo nell’ultimo periodo, che ha scatenato ancora l’indignazione delle organizzazioni umanitarie, impotenti e incapaci di distribuire in modo sicuro i pochi aiuti disponibili.