MINE ANTIUOMO, UCRAINA VIA DAL TRATTATO DI OTTAWA
La decisione è stata presa, l’Ucraina uscirà dalla Convenzione sulle mine antiuomo. Una mossa decisa da Kiev, intenta a non dover più combattere con le mani legate mentre il suo nemico fa pieno uso di questi esplosivi. Zelensky ha già firmato il decreto. Quando l’ordine entrerà in vigore è però ancora da definire.
Secondo le stime di Human Rights Watch, dall’inizio del conflitto Mosca ha usato oltre una dozzina di tipi diversi di mine antiuomo. Ordigni che rimangono nascosti sotto il suolo e che rendono pericolosa la bonifica delle aree liberate dall’occupazione nemica.
La Russia infatti non è mai stata parte dell’accordo firmato nel 1997 ad Ottawa. Il trattato, a cui hanno aderito oltre 160 Paesi, prevede il divieto dello stoccaggio, della produzione, dell’uso e del trasferimento delle mine antiuomo. Tra i membri della convenzione non figurano però superpotenze mondiali come Cina, Stati Uniti e Russia.
A questi Paesi, che non hanno mai nemmeno firmato l’accordo, negli ultimi mesi se ne stanno aggiungendo anche altri, intenti ad effettuare il recesso perché preoccupati dalla situazione in Ucraina. È il caso di Polonia, Finlandia e dei Paesi Baltici.
Nel frattempo, Zelensky ha lanciato un nuovo appello all’Occidente, chiamato a prendere provvedimenti concreti nei confronti della Russia. Il presidente ucraino ha denunciato su X un nuovo attacco orchestrato dal Cremlino composto da 477 droni e 60 missili lanciati nella notte tra sabato e domenica. Il messaggio è chiaro: “Mosca non si fermerà finché avrà la capacità di lanciare attacchi massicci. Contiamo sulla leadership, sulla volontà politica e sul sostegno degli Stati Uniti, dell’Europa e di tutti i nostri partner."