CANAL GRANDE VERDE, ATTIVISTI (E GRETA) INDAGATI
A Venezia, il blitz ambientalista che sabato 22 novembre ha colorato di verde acceso il Canal Grande arriva ora nelle mani della Procura. Sono 37 in tutto gli attivisti indagati — tra loro anche Greta Thunberg — per manifestazione non autorizzata, dopo l’azione dimostrativa realizzata con alcune taniche di fluoresceina, un colorante ritenuto innocuo.
Per tutti era già scattato un Daspo urbano di 48 ore, che li ha allontanati dalla città, insieme a una sanzione amministrativa da 150 euro. Ma adesso si apre anche il fronte penale: il procedimento si basa sul cosiddetto “decreto Sicurezza” del governo Meloni, che ha inasprito le pene per questo tipo di reati.
Le immagini del flash mob hanno fatto il giro dei social: il ponte di Rialto occupato, striscioni srotolati, musica e cori per denunciare quello che gli attivisti definiscono “ecocidio globale”. L’azione non era stata comunicata alle autorità, come spesso avviene nelle iniziative di Extinction Rebellion, e ha causato intralcio alla viabilità pedonale.
Il blitz si inseriva in una mobilitazione coordinata in dieci città italiane, da Milano a Palermo fino a Padova, in concomitanza con la chiusura della Cop30 in Brasile. Gli attivisti sono arrivati sul Canal Grande a bordo di un vaporetto Actv e da lì hanno versato in acqua il colorante. Tra loro, in maniera discreta, anche Greta Thunberg, che avrebbe chiesto di non essere messa al centro della scena.
Sul posto sono intervenuti la Digos e la Polizia locale, che hanno proceduto alle identificazioni. Nel gruppo dei denunciati compaiono due cittadini stranieri — uno colombiano e uno etiope — e 34 italiani, oltre naturalmente alla giovane attivista svedese. Il fascicolo è ora in carico al pubblico ministero, che dovrà stabilire se siano stati commessi reati oppure no.