OLIMPIADI, CORTINA RIACCENDE LA SPERANZA PER IL BOB
"La pista da bob a Cortina? Col ministro Giorgetti scioglieremo i nodi, sono più che fiducioso”. Le parole del ministro per lo sport, Andrea Abodi, arrivano all’indomani della cabina di regia che ha riaperto a sorpresa una speranza, ricalcando le sensazioni con cui tutti gli interlocutori erano usciti martedì pomeriggio da Palazzo Chigi. Quando tutto sembrava perduto, infatti, un ultimo spiraglio apre le possibilità di una nuova luce per Cortina d’Ampezzo. Le possibilità che il bob, lo skeleton e lo slittino rimangano sulle Dolomiti, come sempre era stato previsto e come il CIO aveva sottoscritto nel dossier olimpico del 2026, prima della cancellazione decisa dal Coni per motivi finanziari e di opportunità, si sono riaperte.
A farlo, è stato il vicepremier Matteo Salvini, che ha riaperto la possibilità di una risistemazione dell’impianto di Cortina nel corso della cabina di regia sui giochi che si è tenuta martedì pomeriggio a Palazzo Chigi. Salvini si è esposto con la sua proposta, dopo che il governatore Zaia e il sindaco di Cortina, Lorenzi, avevano ribadito di non voler assolutamente rinunciare alle gare. Verrà presentato quindi un piano alternativo: una ristrutturazione eventualmente limata nelle opere accessorie, in sostanza limitati all'essenziale per consentire l'omologazione e le gare olimpiche e da completare successivamente. Una spesa contenuta entro i 124 milioni, senza i 40-50 richiesti, in aggiunta agli stanziamenti previsti, dalle imprese che avevano rinunciato alla seconda gara d'appalto. Sforbiciata quindi al grande parcheggio da 7 milioni di euro, cancellato il progetto sulla rete idrica. Solo la pista, quindi: è così che si potrebbe riaprire l’ipotesi Cortina. Si deciderà entro una settimana, con due problemi: se da un lato anche i presidenti della Lombardia e della Provincia autonoma di Bolzano sostengono le legittime pretese di Cortina, non sono ovviamente disposte a redistribuire le loro, di gare olimpiche. E dall’altro, c’è il fato che il CIO nel frattempo ha spiegato chiaro e tondo che preferisce soluzioni più percorribili: piste già esistenti, che si troverebbero però solo all'estero.
Oltre a quelle già note di St. Moritz e Innsbruck, negli ultimi giorni si sono proposte altre due, una Germania e l'altra addirittura negli Stati Uniti, recapitando alla fondazione la loro disponibilità.