ASSANGE POTRÀAPPELLARSI CONTRO L'ESTRADIZIONE
Julian Assange non sarà estradato negli Stati Uniti, almeno per il momento.
L’Alta Corte di Londra ha concesso un ulteriore appello al giornalista australiano contro l'estradizione negli Usa, riconoscendo come non infondate le argomentazioni della difesa del fondatore di WikiLeaks sul timore di un processo non giusto oltre oceano.
Il verdetto dei giudici d'appello non entra nel merito del ricorso, che sarà a questo punto dibattuto più avanti.
Ma riapre la partita dell'estradizione, dopo che già a marzo era stato introdotto un primo spiraglio con il rovesciamento del no secco opposto in primo grado dalla giustizia britannica all'istanza di ricorso della difesa.
Dopo la lettura del breve dispositivo, gli avvocati di Assange si sono abbracciati in aula tra loro, mentre reazioni sorridenti riecheggiavano anche da parte della moglie Stella Morris, da suo padre e fra i sostenitori radunati fuori dal palazzo di giustizia. Il cofondatore di WikiLeaks avrà ora "alcuni mesi" per preparare un nuovo "processo d'appello". Ma, almeno per il momento, resta in custodia cautelare nel carcere di massima sicurezza londinese di Belmarsh.
Assange è detenuto in Gran Bretagna dal 2019 colpevole, secondo gli Stati Uniti, di aver pubblicato sul sito Wikileaks, di cui è cofondatore, una serie di documenti riservati.
Decine di migliaia di file, pubblicati a partire dal 2010, che hanno rivelato gli inquietanti retroscena della guerra in Iraq e un gran numero di crimini di guerra.
Rischia fino a 175 anni di carcere.