L’INFERNO IN TERRA: A GAZA NON RIMANE NULLA
Netanyahu lo aveva promesso, ed è successo.
Lo Stato Ebraico ha dato il via al piano d’invasione militare della Striscia di Gaza, annunciato dal premier israeliano.
Dalla notte di venerdì, Gaza è oppressa dalla nuova operazione militare, denominata “Carri di Gedeone”.
Un nome, una profezia, una promessa.
Gedeone è il guerriero biblico che, insieme ad un gruppo di 300 israeliti, sterminò i Madianiti, un antico popolo arabo discendente da Madian, figlio di Abramo.
La parola carri fa invece riferimento ai carri armati, merkava in ebraico, che è anche uno storico modello di blindato utilizzato dall’esercito ebraico.
L’operazione militare porta dunque il nome della potenza militare israeliana e della sua tradizione biblica, unendo il fanatismo religioso all’arsenale bellico.
Nel primo giorno dell’operazione, già 115 palestinesi sono rimasti uccisi, ma anche i vivi sono ormai morti che camminano.
Nella Striscia non entra cibo da 75 giorni, e se non uccidono le bombe ci pensa la fame.
Oggi i primi aiuti umanitari potrebbero giungere nella Striscia, dopo che Netanyahu ha affermato che la carestia sarebbe sconveniente.
Con questo piano militare, Netanyahu promette di conquistare finalmente Gaza e smantellare una volta per tutte Hamas, poco male se, per farlo, alcuni bambini muoiono bruciati vivi.