MYANMAR, IL BILANCIO DELLE VITTIME È STRAZIANTE

Al Myanmar sta crollando il mondo addosso, letteralmente. Le due scosse di terremoto, la prima di magnitudo 7.7 e la seconda di 6.4, che si sono originate al centro del Paese il 28 marzo scorso mostrano i drammatici effetti.

Il sisma è stato causato dalla frattura della faglia Sagaing, spaccata in due per almeno 450 km di lunghezza, una potenza d’urto che si è propagata anche in Laos, Thailandia, Vietnam e Cina.

Al momento sono 2700 le persone che hanno perso la vita durante il terremoto, e 4000 i feriti.

Ma il bilancio è ostacolato dall’interruzione della rete elettrica e della guerra civile ancora in corso, che intralciano la diffusione delle notizie.

Il servizio geologico degli Stati Uniti afferma infatti che le vittime potrebbero raggiungere le 10mila unità.

Si accendono alcuni barlumi di speranza, dopo che 650 persone sono state estratte vive dalle macerie, grazie anche all’aiuto di mille soccorritori giunti dall’estero per aiutare con le ricerche.

L’OMS accoglie la richiesta di aiuti umanitari pervenuta dalla giunta militare che governa il Paese dal 2021, dopo aver preso il potere con la forza.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità urgono 8 milioni di dollari solo per l’assistenza immediata e per ristabilire in 30 giorni i servizi ospedalieri necessari.

La stessa giunta militare ha proclamato una settimana di lutto nazionale, in cuila bandierà sarà esposta a mezz’asta.

Non mancano purtroppo episodi di sciacallaggio: in Thailandia sono stati arrestati 4 cittadini cinesi, trovati a trafugare i documenti relativi alla costruzione di un grattacielo crollato per il sisma.

Gli sciacalli si sono identificati come operatori della società costruttrice dell’edificio, e si pensa volessero eliminare le prove della negligenza edilizia che ha poi provocato il crollo totale dell’edifico e la morte di molte persone.