RIAPRE NOTRE DAME, MA IL PAPA NON C’È
Occhi del mondo puntati su Parigi dove a più di cinque anni dall’incendio che la devastò, Notre Dame ha riaperto al pubblico. La cattedrale capolavoro dell’arte gotica, uno dei simboli della cristianità nonché patrimonio dell’Unesco è rinata dalle sue ceneri alla presenza di una quarantina di capi di Stato e di governo tra questi Mattarella, Trump e Zelensky per citarne alcuni. Assente invece Papa Francesco che, rimasto a Roma dove ha proclamato una ventina di nuovi cardinali, ha fatto pervenire un messaggio all’arcivescovo parigino Laurent Ulrich. Un messaggio che suona più come un monito.
Ma perché il Papa ha declinato l’invito di Macron limitandosi a un messaggio?
Il nunzio apostolico monsignor Celestino Migliore che ha rappresentato il pontefice ha spiegato l’assenza come dovuta alla visione del mondo di Papa Francesco che privilegia le periferie, e questo escludendo inimicizie con Macron e infatti il pontefice si sta preparando al viaggio ad Ajaccio in Corsica.
Nel messaggio inviato all’arcivescovo di Parigi, il Papa, dopo il ricordo di quanto accadde il 15 aprile 2019 e il ringraziamento ai vigili del fuoco che con coraggio hanno salvato il monumento e a quanti si sono adoperati per la ricostruzione, auspica che la rinascita della cattedrale possa essere un segno profetico di rinnovamento della Chiesa in Francia.
Una assenza che sollecita una riflessione sulla strumentalizzazione della religione, sulla coerenza dei valori cristiani e sull’importanza di privilegiare le periferie rispetto ai centri del potere.
Papa Francesco dimostra di non teme di sfidare le convenzioni per restare fedele al Vangelo e alla sua missione universale. Notre-Dame tornerà a splendere, ma il suo significato spirituale non può essere oscurato dalle ombre della politica.