CALDEROLI: "L'AUTONOMIA È UN DIRITTO, NON CEDEREMO"
Ci sono tante questioni, ad animare il centrodestra italiano. Ma mkolte altre, animano anche gli stessi partiti al loro interno. Prendete la Lega: uno schieramento che dovrebbe essere, stando ai voti delle ultime votazioni parlamentari, il braccio destro del partito di Governo, e che invece si ritrova in caduta libera nelle preferenze, sopravanzata da Forza Italia e messa sempre più all’angolo dai meloniani. Una situazione difficile da sostenere, come ancor più difficile sarà da oggi sostenere i propri provvedimenti. Primo tra tutti, ovviamente, l’autonomia differenziata, che la Consulta ha parzialmente cancellato e che va riscritta da cima a fondo sul tema dei LEP e delle materie più pesanti. Al congresso del Carroccio lombardo, una tematica che è entrata di prepotenza.
Salvini che fa, nel mentre? Prova a difendersi dalle accuse dei suoi stessi compagni di partito, che vorrebbero una Lega più vicina al nord e a quella del passato. Quella che rischiava di vincere le elezioni se si fosse andati alle urne dopo il primo governo Conte, per intenderci. In quell’occasione il leader del Carroccio fece cadere l’esecutivo ma non fece bene i suoi calcoli, e da lì è iniziata la parabola discendente nei voti. Che succederà, se andrà avanti con l’idea di un partito sempre meno ancorato alle richieste delle regioni del Nord?