DIRITTO ALL'ABORTO, TRA LEGGE E OBIEZIONE
In Francia il diritto di aborto, ovvero la pretesa da parte della donna di interrompere volontariamente la gravidanza, è stato inserito in Costituzione cioè è stato elevato al livello più alto della normativa. In molte parti del mondo è un diritto negato, nel resto dell'Unione Europea è legale, ma con fortissime limitazioni come in Polonia o a Malta.
Ma cosa significa in termini pratici e cosa cambia rispetto alla legge ordinaria?
Nella pratica cambia poco, ma avere inserito questa libertà garantita in Costituzione significa che ora c'è un limite che viene esplicitamente posto al legislatore e che l’aborto sarà più difficile da ostacolare legalmente.
La presa di posizione da parte del parlamento francese apre la strada a svariate riflessioni. Anche in Italia abbiamo la legge 194 del 1978 che sancisce il diritto all’aborto ma questo diritto è spesso negato per mancanza di medici disposti a farlo.
In Italia sei ginecologi su dieci sono obiettori e soprattutto al Sud le donne sono costrette a cambiare città per fare la loro scelta perché il tasso di obiezione raggiunge anche il 100 percento. La rete di sostegno è carente. La pillola abortiva si trova in modo diffuso in pochissime regioni nel nostro Paese, ci sono casi in cui non ci sono consultori sul territorio o sono troppo pochi. C’è anche tanta disinformazione.