MACRON, UNA CRISI RADICATA: LA GRANDEUR SCRICCHIOLA
E meno male che fino a pochi mesi fa, Germania e Francia guardavano l'Italia con scetticismo e ostentata superiorità politica. Dopo la Germania, ora anche oltralpe si è aperta una gravissima crisi politica: il Governo di Barnier è durato solo tre mesi, le dimissioni sono arrivate e fragorose dopo i colpi bassi delle opposizioni di sinistra e di estrema destra che hanno votato compatte la sfiducia, e la caduta del governo ha messo in grave imbarazzo il presidente della repubblica francese.
La popolarità di Emmanuel Macron non è mai stata così in bilico - tanto che secondo un sondaggio de Le Figaro il 59% dei francesi vorrebbe che si dimettesse dall'Eliseo - ma il presidente decide per ora di tirare dritto, anche se qualunque altro governo sia pronto a nascere, c'è da immaginare che non avrà vita facile, visto che l'incertezza politica ormai perdura da quando il 9 giugno Macron aveva deciso di sciogliere il Parlamento, la sera della sconfitta alle Europee.
Per ora, a fare un passo avanti sono stati i socialisti di Faure, che hanno teso la mano al presidente per far nascere un nuovo governo a tempo determinato, per le questioni più urgenti. Ma il semipresidenzialismo francese scricchiola, e non poco: Macron potrebbe incaricare il nuovo governo nel fine settimana, quando però a Parigi sono in programma le celebrazioni per la riapertura di Notre-Dame dopo l'incendio di cinque anni fa - o arrivare a pronunciarsi lunedì.