INUTILE ABBATTERE BARRIERE SE RESTA VIVO LO STIGMA
Cultura del rispetto, garantire diritti, dignità e piena partecipazione nella vita sociale, e combattere ogni forma di discriminazione. Questo è il fine della Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità istituita nel 1981 dall’ONU e celebrata ogni anno il 3 novembre. Quanto elencato però è ciò che ancora manca. È come se da quel lontano ‘81 si siano ralizzate poche conquiste in favore della disabilità. Ma andiamo con ordine. Cos’è la disabilità? Potremmo dire che è una condizione di svantaggio, vissuta nel quotidiano da molte persone nel mondo. Uno svantaggio, che nasce da possibili limitazioni o perdite; a livello psicologico, fisiologico, anatomico o sensoriale e che deve fare i conti con un mondo fondamentalmente indiffirente. Le prove sono ovunque: barriere architettoniche ovunque, carenza di presidi a supporto delle disabilità, cure spesso non mutuabili. La nostra è una società che di facciata indossa la maschera della senisbilità ma di fatto poi realizza qualche tasto o scritta in braille, qualche rampa, due o tre bagni adattati e qualche segnale acustico sui semafori. Quanti sono funzionanti? Ma a quanto pare non è questo che serve al cambiamento. Forse al posto di queste innovazioni, di progettare città e luoghi accessibili a tutti , la vera rivoluzione nasce dalle piccole cose. Partendo da abbattere lo stigma nei confronti delle disabilità, da imparare a includere e coinvolgere attivamente nella società il disabile attraverso scelte, lavoro e realizzando concretamente i bisogni. Dando dignità. Certo come detto non tutte le disabilità sono uguali , ecco frose in tal caso un sorriso al posto di certi inutili sguardi compassionevoli, può fare la differenza.