L’USO DELLE FIBRE OTTICHE PER MONITORARE L’AMBIENTE

È in avvio un innovativo programma di utilizzo delle fibre ottiche per monitorare l’ambiente e tracciare terremoti e tsunami. Si tratta del progetto Ecstatic.
Di durata quadriennale e finanziato dall’Unione Europea coinvolge anche vari partner tra cui l’Università di Padova, in particolare il Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione.

La presenza delle fibre ottiche a livello globale ha permesso in primo luogo lo sviluppo del progetto. Queste sono un mezzo di trasmissione di dati che utilizza la luce al posto di segnali elettrici per il passaggio delle informazioni.
Si trova anche nei luoghi più remoti del mondo nonostante richieda costi di installazione e revisione abbastanza consistenti. Proprio a causa delle alte spese si vuole sfruttare al meglio questa valida tecnologia.

Grazie al suo sviluppo e alla possibilità di sfruttare questa risorsa, la comunità scientifica si sta applicando per un uso alternativo delle reti di fibre ottiche già esistenti: fare rilevamenti ambientali a livello mondiale.
L’obiettivo intrapreso con la collaborazione dell’Ateneo Patavino serve a creare un sistema di uso di cavi in fibra ottica sottomarini come sensori ambientali in tempo reale.
La sperimentazione sarà fatta sul cavo BlueMed di Sparkle che va da Genova a Palermo attraverso il Tirreno.

L’idea dello sviluppo del progetto Ecstatic parte dal fatto che i ricevitori controllando il funzionamento delle reti, misurano indirettamente anche l’ambiente circostante.
Quindi si comprende la possibilità di rilevare tramite i canali di fibra ottica: terremoti, tsunami e vibrazioni anomale di infrastrutture civili come ponti, grattacieli e strade.