OMICIDIO BOVOLENTA, RECUPERATO CORPO DI PITTARELLO
Svolta nelle indagini per l’omicidio di Sara Buratin. Il corpo di Alberto Pittarello, ritenuto il responsabile della morte dell’ex compagna, è stato trovato all’interno del furgoncino inabissato nelle acque del Bacchiglione nella zona di Ca’Molin, a Bovolenta.
I sommozzatori dei Vigili del Fuoco sono riusciti ad agganciare il furgone, e a portarlo a riva, nel pomeriggio di giovedì. Le ricerche erano riprese da qualche ora dopo essere state ferme per più di un giorno a causa del maltempo che non rendevano sicure le operazioni.
Ma ormai le indagini avevano già preso una piega ben definita e gli inquirenti, nonostante non escludessero una messinscena, non battevano altre piste.
Sara Buratin era stata ritrovata morta martedì mattina all’esterno della casa della madre, dove era tornata a vivere da circa 15 giorni dopo la rottura con Pittarello. Sul suo corpo i segni di una ventina di coltellate.
Fin da subito lui era risultato irreperibile. Non era andato al lavoro quel giorno, aveva chiesto ferie un paio di settimane prima, motivo per cui aveva cominciato a prendere corpo l’ipotesi della premeditazione.
Secondo quanto raccolto dai Carabinieri, Sara e l’ex compagno si sarebbero dovuti vedere perché lui avrebbe dovuto consegnarle un motorino per la figlia adolescente. E proprio quell’incontro sarebbe stato il pretesto per ucciderla.
Nella serata di martedì i Militari avevano notato segni di pneumatici puntare verso il Bacchiglione a un paio di chilometri di distanza dal luogo dell’omicidio. I pezzi di carrozzeria erano stati associati al telaio del furgone Nissan, che poi era stato localizzato proprio nel fondale del Bacchiglione. Ma non era stato possibile capire se all’interno ci fosse anche Alberto Pittarello.
Quasi 48 ore dopo, con il miglioramento delle condizioni meteo, la svolta che ha scritto la parola fine su questa tragica vicenda.
Secondo quanto raccolto dai Carabinieri, Sara e l’ex compagno si sarebbero dovuti vedere perché lui avrebbe dovuto consegnarle un motorino per la figlia adolescente. E proprio quell’incontro sarebbe stato il pretesto per ucciderla.
Nella serata di martedì i Militari avevano notato segni di pneumatici puntare verso il Bacchiglione a un paio di chilometri di distanza dal luogo dell’omicidio. I pezzi di carrozzeria erano stati associati al telaio del furgone Nissan, che poi era stato localizzato proprio nel fondale del Bacchiglione. Ma non era stato possibile capire se all’interno ci fosse anche Alberto Pittarello.
Quasi 48 ore dopo, con il miglioramento delle condizioni meteo, la svolta che potrebbe aver scritto la parola fine su questa tragica vicenda.