VELOX NEL MIRINO: IL PREFETTO CHIEDE LUMI AI COMUNI
Quanto sta accadendo nel padovano è la perfetta immagine del caos normativo in cui sono piombate le amministrazioni comunali. Il tema, ben noto, è quello degli autovelox: da quando la Corte di Cassazione ha riconosciuto, nel trevigiano, la differenza tra “approvazione” e “omologazione” degli apparecchi fissi di rilevamento della velocità, in tutta Italia si è scatenato il caos. Nove comuni della provincia, compreso il capoluogo, sono finiti quindi al centro di una valanga di esposti delle associazioni dei consumatori, che hanno portato all’apertura di un’indagine della Procura. L’ultima novità, è che il nuovo prefetto di Padova, Giuseppe Forlenza, ha chiesto ai comuni coinvolti, gli enti proprietari delle strade e le forze dell’ordine chiedendo, di produrre entro il 31 dicembre una dettagliata relazione sulle apparecchiature installate, per procedere quindi alla verifica da parte della Polizia Stradale. È necessario infatti verificare la conformità degli autovelox al decreto Salvini dello scorso aprile, che ha fissato paletti ben precisi. Una strada che presenta un alto numero di incidenti dovuti alla velocità, oppure dove per conformazione è impossibile procedere alla contestazione immediata con i velox mobili, oppure ancora se mediamente in quel tratto i veicoli viaggiano spesso superando i limiti: in presenza di almeno una di queste tre condizioni, l’autovelox è regolare. Se però le relazioni dei Comuni, per giustificarne l’installazione, non fossero corrispondenti al vero, in quel caso scatterebbe il falso ideologico: è qui che la Stradale dovrà vigilare. Sta di fatto che la richiesta del prefetto Forlenza, per quanto giustificata in un clima di caos totale, è abbastanza curiosa, visto che è proprio la Prefettura ad avere l’ultima parola sull’installazione degli apparecchi.