CARCERI SATURI: URGE VERA LOTTA ALLE NARCOMAFIE
TREVISO- Luogo di tortura e di privazione, avvolto dal mistero e dalla censura che attraverso visite, in giornata l’ultima di 6, si tenta di rendere noto al pubblico. È questo che ancora una volta ha spinto alle prime ore del giorno in visita alla Casa Circondariale di Treviso: Sergio D’Elia Segretario dell’Associazione Nessuno Tocchi Caino, Samuele Vianello dei Radicali Venezia e alcuni consiglieri regionali: Ostanel, Lorenzoni portavoce dell’opposizione e Masolo. Attraverso “sopralluoghi”, questo come detto è l’ultimo di altri avvenuti negli scorsi mesi, la delegazione ha la possibilità di scoprire la dura realtà detentiva delle strutture di di reclusione del Veneto realizzando un rapporto dettagliato che viene indirizzato successivamente ai vertici del governo regionale e centrale. Quanto viene osservato diventa come in questo caso di dominio pubblico, modificando proprio quel silenzio e censura di cui si parlava inizialmente che avvolgono questi luoghi di cui nessuno vuole sentire parlare. La delegazione è in attesa di risposte riguardo a temi di diritto e accesso alle cure per cui è stata avanzata un’interrogazione regionale. Inoltre a conclusione della visita denuncia: la mancanza di specialisti per visite, difficoltà nell’ottenere quindi il trasferimento in l’Ospedale per effettuarle. Il sovraffollamento della struttura della Marca sempre secondo quanto riportato dalla delegazione è del 155% tasso più alto in Veneto, il 90% dei detenuti utilizza psicofarmaci, molti dovrebbero venire trasferiti negli istituti di custodia attenuata a causa della dipendenza dalle droghe ma non c’è lo spazio, moltissimi sono stranieri per cui mancano mediatori culturali e interpreti, progetti di rieducazione e programmi d’inserimento lavorativo per detenuti con pene detentive brevi. Impennata di carcerazioni tra giovanissimi per effetto del decreto Caivano per reati legati alla droga. Urge investire nella repressione del crimine in questione così da stroncare le narcomafie , questo porterebbero i veri boss in carcere e non più i piccoli schiavi-soldato. Manca personale organico , situazione che porta a scarsa sicurezza all’interno delle carceri.