BLITZ ANTI KEYBOX: NON LE VUOLE PIÙ NESSUNO

E’ una guerra ormai trasversale quella alle keybox nel nostro paese.

Nel fine settimana anche a Venezia, come in diverse altre città italiane ad alta vocazione turistica, attivisti per il diritto alla casa hanno inscenato un vero e proprio blitz coprendole con del nastro adesivo ed aggiungendo scritte provocatorie contro il turismo di massa.

Keybox insomma viste come il simbolo di una modalità, quella degli affitti brevi, che deve essere cambiata.

Il Governo vorrebbe abolire le cassettine con le chiavi per entrare negli appartamenti soprattutto per questioni di sicurezza, visto che il self check in non consente di identificare visivamente il turista.

Per altri la questione è più che altro estetica. A Venezia invece il nuovo regolamento sugli affitti brevi varato dal Comune prevede che i proprietari che vogliono affittare il loro appartamento per più di 120 giorni all’anno rispettino tutta una serie di regole anti degrado tra cui, appunto, anche quella di accogliere gli ospiti di persona.

Intanto ci sono ancora poche ore di tempo per richiedere il CIN – il codice univoco con cui identificare ogni locazione turistica. Il termine ultimo per mettersi in regola è il primo gennaio, dopodiché scatteranno le multe ai proprietari di alloggi senza CIN.

La misura è stata introdotta dal Governo per combattere l’abusivismo, stimato in circa il 20% del totale degli alloggi adibiti ad affitti brevi.

Ad oggi, in Italia, gli alloggi di questo tipo sono circa 570 mila. Una proliferazione che, a detta dei detrattori, contribuisce allo spopolamento dei centri storici delle città, visto che per i proprietari è più redditizio affittare ai turisti rispetto che alle famiglie in cerca di una casa. E così, solo a Venezia, in cerca di un alloggio popolare ci sono più di 2300 famiglie.