BONACCINI BOCCIA L'AUTONOMIA (CHE AVEVA RICHIESTO)
L'autonomia differenziata, un primo effetto, l'ha già creato. Chi tacciava il ddl Calderoli di essere una legge che avrebbe spaccato l'Italia, ci ha visto giusto perché dal punto di vista politico - per ora solo quello - è esattamente ciò che sta avvenendo. Dopo il via libera della Campania, anche l'assemblea legislativa dell'Emilia-Romagna ha votato le due delibere sulla richiesta di referendum abrogativo dell'Autonomia differenziata. Il via libera, in consiglio regionale, è arrivato però solo dopo le otto del mattino di mercoledì, dopo una seduta fiume durata tutta la notte.
A Bologna, a rendere particolarmente rovente la partita, c'è anche il fatto che questo è stato l'ultimo atto politico di Stefano Bonaccini, che si dimetterà giovedì o venerdì da presidente della regione per volare a Bruxelles. La battaglia consiliare è stata accesa, tra striscioni dei leghisti, continue interruzioni della seduta, ripresa a oltranza fino alle 10 del mattino, quando poi è stata conclusa definitivamente con il voto favorevole dell'aula. Un atto che si è cercato di accelerare il più possibile nella votazione, di fatto per cancellare con un colpo di spugna le pre-intese che la stessa Emilia-Romagna, e lo stesso presidente ora dimissionario poiché eletto all'Europarlamento, avevano sottoscritto col Governo nel 2018 insieme a Veneto e Lombardia. I cui governatori non hanno mancato di sottolineare la loro delusione per questa inversione di tendenza.
Anche il presidente veneto Zaia ha replicato, in maniera piccata, affidando le sue parole ad un'intervista rilasciata al Corriere della Sera. "Se andiamo al referendum l'Italia che ne uscirà non sarà più la stessa", le parole di Zaia, "Se passa il referendum, chi ha atteso per anni l'Autonomia si sentirà defraudato. Se non passasse, chi aveva creduto di abrogare la riforma avrà ancora più rabbia in corpo. Invece di lanciare un referendum abrogativo, provino a lanciare una proposta alternativa, un progetto di legge sull'autonomia regionale per come la vorrebbero loro. Voglio proprio vedere se sono in grado di trovare un'intesa unitaria, altrimenti sono solo chiacchiere".
Il consiglio regionale della Toscana, che ugualmente si era radunato martedì pomeriggio per discutere le stesse richieste, ha invece deciso di rinviare le votazioni a martedì prossimo, il 16 luglio, dopo che il gruppo consiliare della Lega ha presentato circa tremila emendamenti. Il giorno successivo, mercoledì 17, sarà quindi la volta della Sardegna.
