CITTADINANZA PER TUTTI O SOLO PER GLI SPORTIVI?
Alla fine ci ha pensato un passante: il murale dedicato a Paola Egonu dalla street artist Laika, comparso sul muro di fronte alla sede del Coni e poi vandalizzato, è tornato ai suoi colori originali, compresa la scritta che compariva sul pallone "Stop Racism". "Grazie Laika" il messaggio lasciato impresso sul muro e dedicato all'artista romana che, sui propri social, ha lanciato un sondaggio per dipingere questa volta l'intero muro di fronte alla sede del Coni.
Il tema, se non altro, così come i successi azzurri alle Olimpiadi, hanno riacceso i riflettori sul tema della cittadinanza italiana, e delle ipotesi, spesso paventate, di cambiare le leggi attualmente in vigore.
La normativa attuale, in vigore dal 1992, prevede che «lo straniero che sia nato in Italia» possa diventare cittadino italiano «a condizione che vi abbia risieduto legalmente e ininterrottamente fino al raggiungimento della maggiore età». Insomma, la cittadinanza si può chiedere entro dodici mesi dal compimento del diciottesimo anno.
Ma ad invocare nuove leggi sono soprattutto le opposizioni in Parlamento.
Fino ad ora sono state presentate più di venti proposte di legge.
Il più invocato è il cosiddetto “ius soli”, ovvero il diritto del bambino straniero di acquisire con la nascita la nazionalità del Paese ospitante. La maggioranza, però, sembra non sentirci.
C’è però pure un altro tema, di cui si parla meno ma non meno importante: la cittadinanza acquisita per meriti sportivi.
Gli atleti, nel nostro paese, possono beneficiare di una procedura «accelerata» e ottenere il passaporto italiano proprio in virtù dei meriti acquisiti nella loro disciplina sportiva. E’ una delle poche eccezioni alla legge attualmente in vigore.
A questo punto ci chiediamo: è davvero democratica questa “corsia preferenziale”? O tutti gli stranieri avrebbero diritto alle stesse opportunità di acquisire la cittadinanza italiana?