DIETRO LA MORTE DI CHIARA, L'ERRORE DI DUE BIMBI?
Mazzi di fiori, palloncini a forma di cuore, manifesti funebri di vicinanza. Da quando ai quartieri spagnoli di Napoli, tra via Santa Teresella degli Spagnoli e via Sant’Anna di Palazzo, si è diffusa la notizia della morte di Chiara Jaconis, colpita alla testa ancora senza un perché da una statuetta caduta da un balcone, e spirata dopo due gironi di agonia all'Ospedale del Mare, la gente non smette di recarsi in preghiera, lasciando un pensiero per la povera ragazza. Gli abitanti hanno lasciato il loro messaggio più doloroso: «Scusaci Chiara», come ad ammettere che di quell’evento la colpa è un po' di tutti. Sono comparsi anche manifesti funebri a nome dei residenti dei Quartieri, qualcuno ha organizzato per mercoledì sera una piccola fiaccolata che ha sfilato in quelle stradine, in segno di vicinanza alla famiglia di Chiara.
All'indomani della morte della turista trentenne padovana, rimasta vittima nell'ultimo giorno di una breve vacanza col fidanzato di un incidente senza una spiegazione, tocca alla procura adesso fare chiarezza su quanto accaduto.
La giovane Chiara è stata colpita alla testa domenica pomeriggio da una statuina in onice di circa due chili, raffigurante una divinità pagana, precipitata da un palazzo d’angolo tra le due strade. La novità investigativa delle ultime ore, è che le indagini propenderebbero per l’ipotesi che si sia trattato di un tragico incidente domestico, escludendo perciò un lancio volontario o un cedimento strutturale della finestra dove la statua poteva essere appoggiata.
La polizia ritiene di aver individuato la finestra e l’appartamento da cui potrebbe essere caduto l’oggetto, che prima di colpire Chiara in testa ha urtato un altro balcone e si è spaccato a metà. Un pezzo, frantumandosi, è caduto in testa alla ragazza: una fatalità incredibile. La Procura per ora procede contro ignoti, ma il fascicolo ora reca l’accusa di omicidio colposo.
Qualcuno - all'interno di una casa - ha maneggiato quella statua, all’altezza del balcone. Potrebbe essersi affacciato, appoggiandosi alla ringhiera, per poi perdere il controllo dell'oggetto, precipitato al suolo come un proiettile, da un'altezza di oltre dieci metri. Non è stato un atto doloso, non c’era alcuna volontà di colpire i passanti, ma sembra che le mani colpevoli potrebbero addirittura essere quelle di due bambini. Per ora nessuno, apertamente, ha fatto ammissioni. Nemmeno tra la comunità dei quartieri spagnoli che si è subito stretta alla famiglia padovana. Una famiglia distrutta dal dolore, e che ora chiede che si chiarisca al più presto se ci siano state responsabilità, e da parte di chi, per una morte assurda.