IL SOLE BACIA IL CARNEVALE, E VENEZIA È INVASA
Una fiumana di persone indescrivibile. Una domenica soleggiata e mite che ha salutato l'inizio del carnevale in Laguna con un boom di visitatori da lasciare senza fiato.
Erano quasi in sessantamila, tra le rive del Canal Grande, a celebrare l'inizio del periodo più scherzoso dell'anno a Venezia, tra l'esplosione di fumi colorati e coriandoli, e i palloncini sprigionati dalla Pantegana.
Una festa che ha visto sfilare il corteo acqueo e le sue cento imbarcazioni affollando la città tra persone che si sono fermate lungo le rive, posizionate agli imbarcaderi, sul ponte dell'Accademia e a Rialto.
Le forze dell'ordine in campo erano tante, visti anche i primi giorni di applicazione della "zona rossa" tra la stazione e Mestre, ma nei tratti nevralgici si sono creati dei veri e propri "tappi", tra spinte, liti e le immancabili polemiche, soprattutto a Rialto dove l'imbuto è stato come spesso accade il più difficile da districare.
Un debutto, per il carnevale dedicato al "Tempo di Casanova" che complessivamente ha calamitato in città quasi 150 mila presenze, metà delle quali di turisti pernottanti. Sull'acqua, le imbarcazioni hanno sfilato senza problemi, con regatanti in vestiti coloratissimi, dietro alla sua regina, la Pantegana con i colori di Venezia. Poi è stata la volta delle premiazioni delle tre barche più singolari e meglio addobbate, ma alla fine della domenica carnevalesca i principali strascichi sono stati quelli delle polemiche. Perché non si è deciso di far partire il ticket di ingresso già da questi giorni? Il richiamo del carnevale veneziano è talmente grande, che certamente il pagamento di una quota per entrare a Venezia non avrebbe minimamente scoraggiato i 60 mila di domenica. Per lo meno, allora, la città avrebbe raccolto un gruzzolo che servirebbe come il pane per la sua salvaguardia e la tutela delle sue rive. Ma fino a che chiuderemo gli occhi sui problemi di Venezia, e li apriremo solo sulla sua magnificenza - i cui introiti molto spesso non rimangono nemmeno tra i veneziani - non faremo mai un vero passo un avanti.