L'EDITTO DI TRUMP: INTERESSI USA A QUALUNQUE COSTO
La pace a qualunque costo, anche quello del ricatto. I dazi a qualunque costo, anche ricadendo sulle tasche degli americani che l'avevano eletto anche per l'inflazione galoppante. La Groenlandia in mano americana, così come Panama, costi quel che costi. Fa sorridere sentire ancora parlare i sostenitori di Donald Trump, che lo presentano come l'uomo che riappacificherà il mondo con il suo carisma e il suo potere. la notte scorsa, il presidente americano ha tenuto, davanti ai membri del Congresso a Capitol Hill, il suo primo discorso da presidente rieletto sullo stato dell'Unione. Cento minuti di invettive, promesse e proclami: il discorso più lungo di sempre, battuto anche il record di 89 minuti che apparteneva a Bill Clinton. "Ci riprenderemo il canale di Panama, e in un modo o nell'altro avremo la Groenlandia", ha detto Trump, "La Groenlandia Ci serve per la sicurezza nazionale e in un modo o nell'altro la otterremo". Ha parlato anche dei dazi, indicando la data del 2 aprile come quella dell'entrata in vigore delle reciproche tariffe anche con l'Europa: "Qualunque tariffa ci imporranno, noi risponderemo". Poi, tema più spinoso, ha parlato della guerra. Poche ore prima, Zelensky dall'Ucraina aveva ceduto al ricatto del ritiro degli aiuti, chiedendo informazioni ufficiali sullo stop ordinato dal suo omologo statunitense. E al Congresso Trump ha confermato che "L'Ucraina è pronta a sedersi al tavolo delle trattative per una pace duratura, firmerà l'accordo sui minerali in qualsiasi momento". La pace, insomma, rimane in piedi. Quel che non è chiaro, è che cosa ci guadagnerà Putin. Dall'Europa, molti leader vorrebbero il presidente russo messo all'angolo e di fronte alle proprie responsabilità, non al tavolo delle trattative. ma come spiega anche l'avvocato Marco Della Luna, autore del saggio "Psicologia politica applicata", c'è una ragione precisa per cui Vladimir Putin si sederà al tavolo da vincitore.