LE MORTI SUL LAVORO IN VENETO CONTINUANO A CRESCERE
70% di decessi sul lavoro in più rispetto allo scorso anno. In Veneto il dramma delle morti bianche non accenna a diminuire, anzi. I dati pubblicati da Inail e relativi al periodo gennaio-luglio evidenziano una situazione che rischia di sfuggire di mano.
Gli infortuni mortali, dai 37 nei primi sette mesi dello scorso anno, quest’anno sono saliti addirittura a 63.
E nel frattempo il dato si è aggiornato ancora. A inizio agosto il dramma dei due operai morti pulendo una fossa biologica a Santa Maria di Sala.
La tragedia più recente quella di Montecchio Maggiore, dove un operaio ha perso la vita travolto da una balla di materiale.
A preoccupare è anche la situazione legata alle lavoratrici: 450 denunce in più rispetto allo scorso anno, segno di una vulnerabilità in crescita tra le donne.
A Vicenza, Verona, Padova e Treviso le situazioni più critiche, ma nessuna provincia veneta può dirsi esente dalla piaga.
Sono necessari, allora, interventi urgenti. La Cgil chiede un intervento più incisivo da parte della Regione, che ha in capo la responsabilità dei servizi di prevenzione del sistema sanitario regionale.
Mentre la Uil, per bocca del segretario regionale Toigo, suona una decisa sveglia alla politica e al mondo produttivo.