notizie / 30/10/2025 15:41

LE RICHIESTE DI CIA VENETO AI CANDIDATI IN REGIONE

Difesa del reddito degli agricoltori, valorizzazione delle produzioni locali, protezione del territorio e dell’ambiente. Si tratta dei principali pilastri del documento programmatico che il presidente di Cia Veneto, Gianmichele Passarini, ha consegnato stamane al candidato alla presidenza Alberto Stefani in occasione di un meeting che si è tenuto all’Hotel Crowne Plaza di Padova. “67.000 imprese attive in Regione, un fatturato annuo di quasi 8 miliardi e una produzione agroalimentare tra le più rilevanti d’Italia ed Europa – sottolinea Cia Veneto - Il primario non è soltanto fonte di reddito, ma ha un ruolo sempre più decisivo come presidio del territorio e garanzia di sicurezza alimentare per i cittadini”. Il Veneto, dunque, è una Regione agricola d’eccellenza: dalle produzioni vitivinicole riconosciute a livello mondiale alle filiere lattiero–casearie, ortofrutticole e cerealicole, fino alle aree montane e interne che mantengono vivo il tessuto rurale e contrastano lo spopolamento. “Un patrimonio che unisce economia, cultura, paesaggio e tradizione – ha osservato lo stesso Passarini - Serve una programmazione lungimirante per affrontare le sfide del futuro”. In primo luogo, il tema dell’acqua, risorsa vitale per l’agricoltura. Necessario un piano regionale che preveda investimenti in grandi e piccoli invasi, laminazione e fitodepurazione, la determinazione di un bilancio idrico regionale e il rafforzamento dei Consorzi di bonifica come soggetti di gestione integrata. Occorre, inoltre, che il nuovo Consiglio regionale solleciti il Parlamento ad approvare una legge nazionale contro il consumo del suolo, promuovendo il riutilizzo di aree già cementificate. Per quanto riguarda la transizione energetica, gli impianti fotovoltaici devono venire installati su tetti, capannoni, annessi rustici, piazzali o aree marginali non coltivabili; va inoltre effettuata una mappatura puntuale delle aree idonee, evitando l’occupazione di terreni agricoli di pregio e siti di valore storico, artistico o paesaggistico. Capitolo ricambio generazionale: Cia Veneto chiede che le risorse destinate al primo insediamento siano ulteriormente aumentate, così da dare la possibilità ai giovani di avviare un’impresa agricola. Oltre ad un reale sostegno all’imprenditoria femminile, pure attraverso l’adozione di una normativa regionale dedicata a sostenere l’accesso e la crescita delle donne nel settore agricolo. E l’istituzione di un ufficio permanente presso l’assessorato dell’agricoltura, dedicato alla promozione delle politiche per le donne in agricoltura. Prioritaria la questione della fauna selvatica; bisogna superare la logica della sola tutela e passare ad una gestione attiva, adottando una normativa regionale unica, armonizzata con le migliori pratiche nazionali. Va poi attivato un piano straordinario per il contenimento della cimice asiatica e degli altri parassiti. Necessario istituire un’organizzazione regionale finalizzata alla valorizzazione delle decine di Dop, Doc e Igp venete, mentre le aree interne e montane abbisognano dei servizi essenziali, anche per non perdere competitività. Strategici un programma di manutenzione delle strade rurali e forestali e il potenziamento della rete digitale e telefonica così che sia possibile utilizzare strumenti obbligatori come i POS e gestire pratiche amministrative online. Si sottolinea la necessità di una razionalizzazione del sistema burocratico (quasi un terzo delle giornate lavorative sono dedicate al disbrigo delle pratiche amministrative); opportuna l’attivazione di un tavolo tecnico regionale per la semplificazione amministrativa in agricoltura, con la partecipazione delle organizzazioni di categoria. È infine dirimente la predisposizione di un fondo regionale straordinario per il sostegno alle imprese di pesca e acquacoltura colpite da calamità naturali e biologiche (ad esempio, il granchio blu). “L’agricoltura veneta è un motore di sviluppo – ha continuato Passarini – Le nostre istanze vengano prese in carico dalla prossima amministrazione regionale, qualunque sia lo schieramento, affinché il comparto continui a crescere a favore delle comunità”. Sullo sfondo rimangono molteplici incognite. Su tutte, la prospettiva di un taglio lineare dei trasferimenti derivanti dalla Pac, Politica agricola comune, 2028-2034 del 30%. “Prevedere ancora meno fondi a favore del primario, che oltre alla produzione di cibo è in prima linea in termini di salvaguardia del territorio e dei paesaggi, significa sferrare il colpo del definitivo ko”, conclude il presidente di Cia Veneto.

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