LO SFOGO DI GINO: "LA DIFESA UNO SFREGIO A GIULIA"
Gino, il papà di Giulia Cecchettin, rompe il silenzio con un post sui social network all'indomani dell'arringa dell'avvocato difensore di Filippo Turetta. Della sua famiglia, nessuno aveva presenziato martedì a Venezia alla penultima udienza, proprio quella riservata alle parole degli avvocati Caruso e Cornaviera in difesa dell'assassino di sua figlia: non c'era lui, non c'erano i figli Elena e Davide che mai sinora si sono visti in tribunale, non c'erano nemmeno la nonna e lo zio, che invece sinora non erano mai mancati. Ma dalla sua casa di Vigonovo, Gino dopo 24 ore ha voluto comunque far sentire la sua voce, perché nelle parole degli avvocati di Filippo Turetta ha letto più di qualcosa che non gli è andato giù.
"La difesa di un imputato è un diritto inviolabile", ha scritto Gino sul suo profilo social in un reel pubblicato intorno all'ora di pranzo dei mercoledì, "ma redo che nell'esercitare questo diritto sia importante mantenersi entro un limite che, pur non essendo formalmente codificato, è dettato dal buon senso e dal rispetto umano. perché travalicare questo limite rischia di aumentare i dolore dei familiari della vittima e suscitare indignazione in chi assiste".
A che cosa potrebbe essersi riferito, Gino Cecchettin, nel voler sottolineare questa considerazione? Noi, da semplici cronisti, non esprimeremo giudizi sull'operato degli avvocati difensori di Filippo Turetta, che come aveva asserito anche Stefano Tigani, avvocato proprio di Gino, avevano fatto il loro lavoro.
Di certo, tuttavia, sottolineiamo che qualche passaggio, nelle quasi quattro ore di arringa difensiva, potrebbe aver toccato corde molto sottili, nell'animo e nelle emozioni della famiglia di Giulia. Per esempio, quel passaggio secondo cui lo stalking di Filippo non sarebbe dimostrato dai fatti, "perché Giulia non aveva paura di lui, tanto da proporre lei stessa all'ex fidanzato quell'ultimo incontro". Allo stato dei fatti, questa richiesta di Giulia è un dato di fatto, nessuno la contesta. Ma è indubbio che questo passaggio possa provocare più di un magone, nel cuore e nella mente dei suoi familiari. "Giulia", aveva detto il pubblico ministero nella sua requisitoria, "si sentiva ricattata emotivamente" perché Filippo minacciava di suicidarsi. E solo per questo, acconsentiva a vedere ancora il suo ex fidanzato, nonostante la sua insistenza, il suo essere geloso e possessivo oltre ogni limite ragionevole.
Un ragazzo che gli avvocati difensori hanno provato, dopo aver ricordato quanto Giulia fosse straordinaria, a fotografare come una persona debole, fragile, sola, distaccata dalla vita sociale, che non piaceva non si piaceva. E che sarebbe crollata emotivamente, quando ha capito di aver perso al sua unica ancora di salvezza. Anche questo accostamento, potrebbe aver inflitto un altro dolore, ai familiari di Giulia.
Ecco, il perché dello sfogo di Gino, e la sua tagliente conclusione sui social. "Io mi sono nuovamente sentito offeso, e la memoria di Giulia umiliata": questo, è l'ultimo pensiero che Gino Cecchettin affida alla rete.