MARIA FIDA MORO VITTIMA DI TERRORISMO: È GIUSTIZIA?
Maria Fida Moro, figlia del leader della Democrazia Cristiana ed ex Presidente del Consiglio Aldo Moro ucciso dalla Brigate Rosse il 9 maggio 1978, è stata riconosciuta dalla Cassazione come “vittima del terrorismo”.
Vittoria che però non ha potuto festeggiare visto che è mancata lo scorso 7 febbraio, appena dieci giorni prima del pronunciamento della Cassazione.
Una lunga battaglia legale quella che Maria Fidia Moro portava avanti da quasi 20 anni. A combatterla al suo fianco l’avvocato padovano Domenico Menorello.
A dirlo è una legge del 2004, quindi di vent’anni fa, che però lo Stato non ha mai voluto applicare nei confronti di Maria Fidia Moro. E questo perché la donna, tra il 1987 e il 1992, è stata Senatrice e ha quindi maturato un vitalizio. Motivo per cui non avrebbe dovuto beneficiare delle misure riparatorie per i familiari di vittime di terrorismo.
Fino a un paio di anni fa quando il Senato finalmente le aveva dato ragione. Ma non l’aveva ancora fatto l’Agenzia delle Entrate che le aveva negato l’esenzione fiscale sul vitalizio.
E proprio pochi giorni dopo la vittoria è arrivata. Una vicenda che però lascia l’amaro in bocca: perché Maria Fidia Moro ha dovuto aspettare quasi vent’anni prima di vedersi riconosciuto un diritto? E soprattutto, uno Stato che fa di tutto per negarle un riconoscimento previsto dalla legge, può davvero definirsi uno Stato giusto nei confronti dei suoi cittadini?