NEI CANTIERI SENZA SICUREZZA: “OPERAI, FERMATEVI”
Nicola Pagan, il 58enne morto sul lavoro a Ponte San Nicolò, nel padovano, si poteva salvare. A dirlo, e anzi a gridarlo e denunciarlo, sono i sindacati, all’indomani dell’ennesima tragedia sul lavoro, la seconda in due giorni in Veneto dopo quella che martedì sull’A31 aveva visto perdere la vita il 61enne Nazario Pontellato, travolto da un furgone mentre lavorava ad un cantiere autostradale. Il cantiere di Rio in cui il 58enne ha perso la vita, dopo essere stato travolto da un cumulo di terra, per ora è sospeso. E i sindacati avvertono: la tragedia poteva essere evitata se fossero state utilizzate le paratoie prescritte dalla legge per proteggere chi lavora in simili scavi.
In Veneto l’anno scorso si erano registrati 79 morti sul lavoro. Quest’anno siamo già arrivati a 93, con quelli delle ultime tragiche 48 ore, e dicembre è solo all’inizio. In un anno che già sin d’ora possiamo definire nerissimo, e platealmente peggiore di quello passatgo, il comparto dell’edilizia e delle costruzioni rimane sempre quello più martoriato: Nicola e Nazario, le due morti bianche che il veneto piange in queste ore, lavoravano proprio in un settore in cui il profitto domina, e la cultura del lavoro sicuro viene messa in secondo piano, anche se le normative ci sono.
Che fare, allora? La CGIL ha proclamato per il prossimo 12 dicembre uno sciopero generale contro la manovra finanziaria del governo che taglia anche negli investimenti sugli istitui che dovrebbero controllare e vigilare. L’appello, allora, stavolta arriva diretto ai lavoratori e alle lavoratrici.