NESSUNA GIOIA PER GINO: "OGGI ABBIAMO PERSO TUTTI"
Alla pronuncia del verdetto che lo condanna al carcere a vita, Filippo Turetta, a testa bassa come durante tutte le quattro udienze a cui ha partecipato dall'aula della corte d'assise, reagisce impassibile, prima di essere condotto di nuovo nel carcere di Montorio dagli agenti della penitenziaria: è lì, dietro le sbarre, che il 18 dicembre compirà 23 anni, il primo di molti compleanni che passerà da recluso. I familiari di Giulia, in aula, si abbracciano invece con i loro avvocati. L'emozione è strana, per papà Gino. La giornata era iniziata con una tensione visibile e con gesti di conciliazione con gli avvocati di Filippo. Al termine delle estenuanti sei ore di attesa, a sentenza ormai arrivata, sui loro volti si legge invece una maschera di tristezza profonda.
Ai familiari di Giulia la corte ha riconosciuto il risarcimento dei danni, patrimoniali e non, e una provvisionale di oltre 700 mila euro, 500 dei quali al padre Gino. Ma nulla, né una condanna pesante, né tantomeno il denaro, possono lenire le ferite di quest'ultimo anno. Nulla, potrà mai restituire quanto tutti loro hanno perso.