NO AL TERZO MANDATO: RESPINTA LA PROPOSTA LEGHISTA
La Commissione affari costituzionali del Senato ha respinto l'emendamento della Lega al dl elezioni sul terzo mandato per i governatori delle regioni. Era ampiamente previsto e annunciato, che la frattura nella maggioranza di Governo si sarebbe materializzata nella riunione di giovedì che aveva all'ordine del giorno il tanto discusso limite dei due mandati per i presidenti di Regione, che il Carroccio chiedeva di abolire: contro la proposta di modifica leghista hanno votato Fratelli d'Italia e Forza Italia sostenuti da Partito Democratico e 5 Stelle, mentre a sostegno della Lega ha votato solo Italia viva, mentre Azione si è astenuta. In tutto, un bilancio di 4 voti favorevoli, un astenuto e ben 16 contrari.
Nonostante la Lega avesse ritirato l'emendamento per i sindaci, quello sui governatori è andato dritto al voto e così facendo ha aperto ancora di più le fratture tra meloniani e salviniani. Chiariamo: non è detto che con questo voto negativo la proposta finisca in soffitta per sempre, anzi, potrebbe essere nuovamente presentata e discussa in futuro, ma è difficile immaginare che dalle due posizioni così divergenti, una delle due parti faccia un passo all’indietro.
Sta di fatto che la situazione italiana è davvero paradossale. Le elezioni politiche senza preferenze hanno impedito agli elettori di scegliere direttamente i loro rappresentanti in Parlamento, lasciando la scelta ai giochini dei partiti e ai nomi – sempre quelli - calati dall'alto. Sindaci e governatori rimangono perciò le uniche due cariche veramente decise dalla popolazione, con coscienza e conoscenza dei candidati. Perchè allora una città, o una regione, soddisfatte dell’operato di chi hanno votato, pagato e osservato per anni, dovrebbero essere costrette a cambiarlo anche se preferirebbero tenerselo? Rivolgiamo questa domanda alla politica italiana. Una politica che, ancora una volta, se la canta e se la suona nel centro, lasciando la periferia a incassare, senza alcun potere di decidere pienamente cosa è meglio per sè.